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La mostra “La bellezza della favola che non finirà mai: Pinocchio di Marco Civai” con il Patrocinio dell’Associazione Culturale Pinocchio di Carlo Lorenzini si tiene nei locali di Lucia Mauro dal 7 luglio al 7 settembre 2013.
Contemporaneamente a:
Firenze – “Lungarno SpA” in Lungarno Vespucci n°28
Prato – “Un Posto al Sole” in Via Firenze n°42

Marco Civai, collezionista di Pinocchio che definisce “l’amico suo più sincero”, presenta, contemporaneamente a Firenze e a Prato, alcune sue opere pittoriche e “l’arte applicata alla moda” con una serie esclusiva di borse e braccialetti da donna che hanno riscontrato particolare successo all’evento “Pinocchio Forever” organizzato dall’Associazione Culturale Pinocchio di Carlo Lorenzini in occasione della Mostra Internazionale dell’Artigianato lo scorso aprile a Firenze. L’artista toscano fin da giovanissimo si dedica alla pittura. Autodidatta riuscirà con il tempo a trasmettere pienamente le sue emozioni nelle sue opere, grazie alla sua sensibilità, costanza ed esperienza. Riceverà per la sua attività premi e riconoscimenti partecipando a numerosi eventi, mostre e concorsi nazionali e internazionali.
La sua principale fonte d’ispirazione è proprio il burattino più famoso del mondo che dipinge, insieme con altri balocchi, con colori forti e contorni caotici che caratterizzano il suo linguaggio artistico e la sua profonda emotività. La vivacità espressiva delle sue tele, popolate da figure curiose proprie dell’infanzia, ci porta in un mondo gioioso e sempre ricco di straordinarie sorprese, dove gli oggetti mescolati e immersi in brillanti colori danno vita alla sua poetica creativa. Due sono i periodi che caratterizzano l’attività dell’artista.

Il PERIODO STORICO (1970 – 1990) noto come “l’età dei balocchi”.
Nelle opere del periodo storico le ansie e i sogni si mescolano fra mondo infantile e i problemi legati alla quotidianità come in una scena teatrale dove l’artista-regista con risolutezza e dolcezza colloca un brulichio di centinaia di oggetti “amici suoi fedeli” (Pinocchio, il cavallino Ettore, i pesci palla, gli altri balocchi) e giochi coloratissimi. È la prima fase figurativa, di ricerca e di formazione basata sul disegno e colore.

Il PERIODO EVOLUZIONE (dopo il 2000) del “ritorno all’essenziale”.
L’artista spiega così questa fase: “Divenuto grande, torno finalmente bambino” e “libero di ogni vincolo culturale e di tutte le scorie accumulate nel tempo per tornare all’essenziale con un graffitismo razionale. Ai vecchi compagni di giochi si aggiungono nuovi amici, creati dalla mia fantasia: Stiv, Ted, Elon e Bip, accompagnati da formule chimiche e matematiche, lettere e numeri”. Il pittore esprime, usando una tecnica mista (olio, acrilico, matite a olio, pastelli ad olio, pennarelli indelebili, grafite), in modo infantile, i suoi sentimenti tanto che sembra voler prendere il posto di Pinocchio che ormai, icona del passato, viene collocato ai margini dell’opera come fosse l’angelo custode.
Il passaggio tra i due periodi avviene naturalmente e le sue opere ricche d’immagini rappresentative della società riescono sempre a trasmettere l’allegria e la vitalità di un bambino.

Monica Baldi
Presidente Associazione Culturale Pinocchio di Carlo Lorenzini